Film, serie televisive, cartoni animati: tutti ci propongono la stessa immagine per raccontare “il geniale“: una lampadina che si accende in testa . Questa metafora contiene però un errore di comunicazione che finisce per sminuire intere categorie di persone.
La lampadina che si accende. In un attimo, un problema che sembrava un muro si trasforma in un gradino oltrepassabile. Tutto accade improvvisamente, come per magia.

Un’altra espressione molto diffusa è il “lampo di genio”. Anche qui l’idea è la stessa: un lampo improvviso che illumina un cielo temporalesco o una mente annebbiata.
Lo Sbaglio.
Queste immagini hanno un filo conduttore chiaro: velocità e casualità. La lampadina si accende da sola, il lampo rappresenta l’imprevedibilità e la rapidità: basta un attimo di distrazione per perderlo.
Ma cosa c’è di sbagliato in questa narrazione?
Il Lavoro è lavoro.
Il nostro lavoro creativo ci chiama ogni giorno a sollecitare la nostra parte più immaginativa e il pensiero collaterale. Foto, video e grafica, senza sforzo e metodo, non arrivano a colpire.
La creatività è lavoro. Ogni progetto viene affrontato con serietà e metodo, e dietro ogni prodotto consegnato c’è un vero e proprio processo creativo, paragonabile al metodo scientifico.

Il percorso non è lineare. Può prendere molte strade: alcune si interrompono, altre si intrecciano, altre ancora conducono a fallimenti. Questo processo è fatto di errori e test che spesso non portano subito a conclusioni, ma permettono di capire lentamente cosa funziona e cosa no.
Nessuno aspetta seduto il “lampo di genio”. Quel lampo non è altro che il risultato di tutti gli errori accumulati e delle micro-deduzioni ricavate lungo il percorso. È questo insieme di prove, errori e riflessioni che alla fine accende la lampadina e ci permette di sviluppare idee e soluzioni concrete.
Si dice che, per un creativo, la prima idea è la sua più acerrima nemica. Questo non è sempre vero, ma non è del tutto falso.
Case Study: Bio Ferrarini.
Un esempio concreto di questo processo sono le nostre tavole di progettazione dei loghi, sia per branding che per re-branding. Su queste tavole le idee prendono forma, evolvono da un dettaglio all’altro, alcuni elementi vengono aggiunti, altri rimossi. È il nostro Metodo Scientifico in azione: sperimentiamo, testiamo, osserviamo e cerchiamo risposte.

Questa è la mappa delle strade percorse durante la progettazione del logo di Bio Ferrarini, azienda specializzata in prodotti alimentari biologici. Alcune strade non hanno portato a nulla, altre sono diventate fondamentali. Ogni prova ha generato micro-intuizioni che, sommate, hanno dato vita al logo finale.
La lampadina, quindi, non è arrivata all’improvviso ma si è accesa gradualmente.
Conclusione.
Il lampo di genio non arriva per caso. Si creano le condizioni perché possa nascere: come quando si formano le nuvole, l’aria si carica e la temperatura cambia fino a generare un fulmine.
Non è magia, è metodo.

